Domenica 29 settembre un folto gruppo di ciclisti, principianti e provetti, si è radunato a Budrio per partecipare all’evento culturale e paesaggistico delle antiche paludi del nostro territorio. La gita è stata promossa dalla Città Metropolitana (ex Provincia) con la collaborazione dei ciclisti della FIAB e gli operatori del GIAPP (Gestione Integrata delle Aree Protette della Pianura). La giornata di sole ha indubbiamente favorito l’iniziativa che è cominciata nel miglior dei modi con una visita alla Pinacoteca di Budrio dove siamo stati accompagnati dalla dottoressa Sazzini. Quello che ci è stato presentato è veramente un grande tesoro di dipinti a opera di artisti del calibro di Dosso Dossi, Guercino, Calvart e Vitale da Bologna con la sua famosa “Incoronazione della Vergine”. Tra gli artisti, all’entrata, erano esposti due quadri del nostro Nasica con la “Carica dei garibaldini” e l’altro con la loro “marcia”.

Facendo, poi, quattro passi tra i vecchi palazzi del nostro centro storico, la guida ci faceva notare come i luoghi della cultura si integrano bene con le dimore popolari comunali. Proseguendo per via Golinelli, si scopre che molte di quelle case erano state riservate in passato alle famiglie locali meno abbienti e che dopo gli anni ’50 ne hanno goduto anche i nostri immigrati del sud.

Come altri sei comuni di zone paludose, la guida ci parla degli effetti benefici che ebbero le “Partecipanze di beni agrari”. Le loro origini si fanno risalire a Matilde di Canossa che assegnò ai braccianti le terre per risanare le paludi e renderle produttive con vantaggi personali e dell’intera comunità. E’ bene ricordare che il “Consiglio di Partecipanza” di Budrio aiutò a completare gli studi uno dei suoi concittadini più famosi: Quirico Filopanti che per primo intuì l’importanza dei fusi orari. Dopo la breve tappa con colazione presso Equo e Solidale , il gruppo era pronto a pedalare per Selva Malvezzi.

Che soddisfazione vedere fermare il traffico dai vigili e dagli addetti alla Protezione Civile al passaggio delle bici! Niente è stato lasciato al caso. L’ambulanza era sempre dietro con due operatori e c’era anche il furgone dell’assistenza di Renzo con a bordo le bici per le possibili sostituzioni. Quando siamo arrivati a Selva Malvezzi, ognuno poteva scegliere se mangiare al sacco o al ristorante del borgo. Prima di continuare la pedalata, Andrea Morisi, un esperto naturalista e nostra guida, ci parla della storia del borgo e del paesaggio che di lì a poco attraverseremo. Così, a mano a mano che la ciclovia si inoltrava tra le antiche paludi, si incontravano maceri, gelsi secolari, pioppi bianchi e anche quegli aceri campestri che un tempo i nostri nonni adoperavano come tutori per le viti. Le tappe successive, come ad esempio quella alla Punta della Barabana, alla confluenza della Quaderna con l’Idice, sono state occasioni per prendere un po’ di respiro, mentre l’istruttore, sempre attento alle nostre osservazioni, ci dava risposte esaurienti.Dopo questa pedalata, posso dire che le canne al vento che ondulano lungo i fiumi non le considererò più come facenti parte della stessa famiglia: infatti quelle di “palude” sono diverse da quelle dette “del Reno”. Plinio ci racconta che l’esercito romano utilizzava queste ultime per farne delle frecce. Guardandomi attorno e facendo un giro d’orizzonte si comprendono meglio le difficoltà che avranno avuto le legioni romane per stanare i Galli Boi da un territorio paludoso, boscoso, impervio e selvaggio che ancora oggi e individuato col nome Selva Malvezzi. Al ritorno, il mio amico Riki di undici anni si era stancato di pedalare, niente di drammatico, il furgone dell’equipe era già lì per caricarlo con la sua bici e portarlo sino al traguardo. Da parte mia, che per la prima volta guidavo una bici con il cambio, devo un grazie a un certo Stefano che, vedendomi faticare pedalando, mi ha reso il percorso più leggero affiancandosi a me per suggerirmi le marce da inserire. Quindi, verso l’imbrunire, il gruppo ha raggiunto il traguardo in Piazza Filopanti con un ARRIVEDERCI ALLA PROSSIMA PEDALATA.


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